ISTRUZIONI PER I NAVIGANTI
PICCOLO
VADEMECUM DI CITAZIONI
PER UOMINI FOLLEMENTE SAGGI:
«E via, sì, sono pazzo! Ma allora
perdio, inginocchiatevi! Inginocchiatevi! Vi ordino di inginocchiarvi tutti
davanti a me – così! E toccate tre volte la terra con la fronte! Giù!
Tutti, davanti ai pazzi, si deve stare così!».
William Shakespeare, Enrico IV
Antico proverbio siciliano Li pazzi fabbricanu la casa, li savi l'accattunu (I pazzi fabbricano la casa,
i savi la comprano).
Non corre uguale il nostro cammino
il saggio poco crede all'importuno;
neppure il ricco crede al povero,
il
sazio non crede a chi è digiuno.
Antonio Veneziano, Ottave,
trad. di Aurelio Rigoli
CIAMPA ... Vuole che gliela spieghi io, la
cosa com'è? Lo strumento è scordato.
BEATRICE Che strumento? Che strumento?
CIAMPA La corda civile, signora. Deve sapere
che abbiamo tutti come tre corde d'orologio in testa.
Con la mano destra chiusa come se tenesse tra
l'indice e il pollice una chiavetta, fa l'atto di dare una mandata prima su
la tempia destra, poi in mezzo alla fronte, poi sulla tempia sinistra.
La seria, la civile, la pazza. Soprattutto,
dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in
mezzo alla fronte. – Ci mangeremmo tutti, signora mia, l'un l'altro, come
tanti cani arrabbiati. – Non si può. – Io mi mangerei – per modo d'esempio
– il sgnor Fifì. – Non si può. E che faccio allora? Dò
una giratina così alla corda civile e gli vado innanzi con cera sorridente,
la mano protesa: «Oh quanto m'è grato vedervi, car il mio
signor Fifì!» – Capisce, signora? Ma può venire il momento
che le acque s'intorbidano. E allora...allora io cerco, prima, di girare qua
la corda seria, per chiarire, rimettere le cose a posto, dare le mie ragioni,
dire quattro e quattr'otto, senza tante storie, quello che devo. Che se poi
non mi riesce in nessun modo, sferro, signora, la corda pazza, perdo la vista
degli occhi e non so più quello che faccio!
FIFÌ Benissimo! benissimo!Bravo, Ciampa!
CIAMPA Lei, signora, in questo momento, mi
perdoni, deve aver girato ben bene in sé – per gli affari suoi – (non
voglio sapere) – o la corda seria o la corda pazza, che le fanno dentro un
brontolio di cento calabroni! Intanto, vorrebbe parlare con me la corda civile.
Che ne segue? Ne segue che le parole che le escono di bocca sono sì
della corda civile, ma vengono fuori stonate. Mi spiego? – Dia ascolto a me.
Luigi Pirandello, Il berretto a sonagli
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Gli si riempì la fantasia di tutto quello
che leggeva nei suoi libri: incanti, litigi, battaglie, sfide, ferite, dichiarazioni,
amori, tempeste e stravaganze impossibili; e si ficcò talmente nella
testa che tutto quell'arsenale di sogni e d'invenzione lette ne' libri fosse
verità pura, che secondo lui non c'era nel mondo storia più
certa.
Miguel De Cervantes, Don Chisciotte
della Mancia
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Il pensiero si mette dalla parte di Sancho
Panza. Per amore del vero e della vita, la filosofia deve soffermarsi sul
divario fra gli ideali e le cose, sulla mancata corrispondenza fra l'universalità
postulata dall'idea e la miseria del reale che la smentisce. Il pensiero non
s'identifica col Libro, che intima ai mulini a vento d'essere giganti e alle
bacinelle da barbiere d'essere mitici elmi d'eroi, ma smonta e disfa l'ordine
che il Libro – l'universale vuole imporre dall'alto all'infima e riottosa
molteplicità del mondo. La filosofia guarda alla realtà dall'altezza
della sella d'asino di Sancho, attenta a quei dettagli meschini e insignificanti
che l'ingegnoso hidalgo non può scorgere, perché vi sovrappone
le nobili immagini e le maestose gerarchie dei libri di cavalleria... Sancho
disincanta la finzione dei valori che dovrebbero trasparire dagli oggetti
e dagli eventi quotidiani, dell'oro che dovrebbe risplendere dalla bacinella
del barbiere. La prospettiva di Sancho tuttavia non nega, bensì integra
quella dell'hidalgo...Scambiare quei mulini a vento per giganti è ingannevole,
ma non lo è la fede nei giganti ossia l'esigenza di valori che giustifichino
la vita. La fedeltà alle cose, che non si fa abbacinare da alcuna idealizzazione,
è l'autentica custode dell'utopia donchisciottesca di riscattare veramente
– e non retoricamente – le cose dalla loro insensatezza; quando don Chisciotte
in punto di morte rinnega la sua fede nei cavalieri erranti, è Sancho
che lo esorta a rimettersi in cammino, alla ricerca di Dulcinea.
Claudio Magris, Itaca e oltre
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Ma ormai dimentica di me stessa, ho passato
da un pezzo i limiti. Tuttavia, se vi pare che il discorso abbia peccato di
petulanza e prolissità, pensate che chi parla è la Follia, e
che è donna. Ricordate però il detto greco: «spesso
anche un pazzo parla a proposito»; a meno che non riteniate che il
proverbio non possa estendersi alle donne.
Vedo che aspettate una conclusione: ma siete
proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonata a un simile profluvio
di chiacchere, io mi ricordi ancora di ciò che ho detto. C'è
un vecchio proverbio che dice: «Odio il convitato che ha buona memoria».
Oggi ce n'è un altro: «Odio l'ascoltatore che ricorda».
Perciò addio! Applaudite, vivete, bevete, famosissimi iniziati alla
Follia.
Erasmo da Rotterdam, Elogio della
follia |